«Quello che hai tra le mani non è un dizionario illustrato e nemmeno un libro come tutti gli altri. È un viaggio fantastico in un mondo che contiene altri mondi, brulicante di colori, oggetti, personaggi e… follia. Conoscerai strane case, barche bizzarre, animali sorprendenti, strumenti musicali, piante esotiche e tanto altro ancora. Una fantastica enciclopedia tutta da esplorare!». Così recita la quarta di copertina di un volume, Il più folle e divertente libro illustrato del mondo di Otto (Franco Cosimo Panini, 2018), che sin dalle prime pagine si rivela essere una delle più originali opere di Tom Schamp e sicuramente la sintesi creativa dei suoi dieci anni di lavoro da illustratore.

Non è certamente un caso che, proprio con questo albo, Schamp si sia guadagnato il Premio Andersen 2019 come miglior libro 0-6 anni. Le motivazioni della giuria rendono bene l’idea della straordinaria complessità e ricchezza racchiusa tra le pagine illustrate: «Per un felicissimo e sorprendente catalogo tutto da vedere e rivedere. Per la capacità di trovare, nel brulicare delle immagini e delle situazioni, i fili rossi dell’armonia e dell’ironia. Per invitarci a scoprire un mondo senza muri e confini».

Forme, colori, ironia: questi i tre ingredienti sparsi a piene mani dall’illustratore con l’aiuto di Otto, simpatico micio protagonista già di albi come Otto va in città e Otto sulla neve (entrambi editi da Timpetill), che quando Schamp chiama immediatamente risponde, cominciando col presentare la sua bizzarra compagnia: papà, mamma, Zio Tom Tom, pittore della domenica, Boris l’Orso, che fa spesso «luuunghe telefonate», Raffa Giraffa che «sa praticamente tutto», il Professor Fox «Foxie per gli amici», che sa un sacco di cose, il Dottor Latalpa, a cui, armato di lente di ingrandimento, «piace scavare a fondo nelle questioni», Lauren e Audrey, due fenicottere amiche, pazze per lo shopping, Paperello, un piccolo papero «pronto a tutto», un bassotto cicciotto, un Poliziotto buono, che è coraggioso e che «scodinzola spesso», un Poliziotto cattivo, che «abbaia ma non morde», due pinguini compagni di giochi, e infine Dino, Rhino e Gino, «i 3 amigos che vengono dall’argentina per vincere». A fondo pagina si scopre che il viaggio non si può cominciare se non si seguono cinque bruchi ed è lungo il loro percorso che l’occhio del lettore può iniziare a esplorare le infinite strade che da esso si dipartono e che sono iconicamente riassunte nella seconda pagina del libro: casa (pp. 8-9), cosa mangiamo? (pp. 10-11), facciamo la spesa! (pp. 12-13), risveglio di primavera (pp. 14-15), in giardino (pp. 16-17), mille uccelli (pp. 18-19), in aeroporto (pp. 20-21), sopra il mare (pp. 22-23), sotto il mare (pp. 24-25), calda estate (pp. 26-27), una dolce pausa (pp. 28-29), vroom! Che traffico (pp. 30-31), la città di giorno (pp. 32-33), la città di notte (pp. 34-35), lavori in corso (pp. 36-37), tutti a bordo (pp. 38-39), ritorno a scuola (pp. 40-41), giardino d’autunno (pp. 42-43), sport (pp. 44-45), musica (pp. 46-47), belle arti (pp. 48-49), scegliere i vestiti (pp. 50-51), w l’inverno quattro stagioni (pp. 52-53), Natale (pp. 54-55), anno nuovo (pp. 56-57), dormi bene (pp. 58-59) e infine memorie di elefante (pp. 60-61).

È un universo intero – quello di Schamp, che poi in fondo in fondo potrebbe appartenere a ognuno di noi – quello che si schiude tra pagina 8 e pagina 61, per poi concludersi nei risguardi, che in una sola doppia pagina accostano, l’una accanto all’altra, tutte le bandiere del mondo, ovviamente reintrepretate alla maniera figurativa dell’autore.

I colori accesi, le immagini sapientemente costruite su pezzi di cartone colorati di vernice acrilica, in seguito scansionati e ricomposti digitalmente in una unità iconografica, rendono lo stile di Schamp inconfondibile; gli strani oggetti che ama rappresentare, collocati nei punti più inimmaginabili delle doppie pagine, rendono la lettura di ogni suo libro una sfida per lo sguardo del lettore, grande o piccolo che sia. Un tratto, il suo, nel quale pare riecheggiare l’eredità di Tomi Ungereer, Marc Boutavant, Richard Scarry e Rien Poortvliet, per sua stessa ammissione in una recente intervista, autori di dieci tra gli albi a lui più cari. Un’eredità che non sta tanto nello stile, che resta abbastanza originale nella sua specificità, quanto piuttosto nell’arte con cui Schamp è capace di esplorare, scomporre e ricomporre i mondi che narra ai suoi lettori, piccoli e non. Non esiste lettore adulto che non resti quanto meno incuriosito dalle mappe che sfogliando le pagine del libro “più folle” gli capita pagina dopo pagina di incontrare. E alla fine l’impressione è quella di aver letto, con la mente e con gli occhi, un vero e proprio catalogo di tutte le cose. Un catalogo ove il tutto, dato dall’intreccio di immagini e parole, si rivela essere sempre, a ben guardare, qualcosa in più della semplice somma delle parti. E la scoperta una volta ancora inesauribile. Come le interpretazioni che del libro si possono dare.

Dal “caos”, se così possiamo chiamarlo, sembrano scaturire inedite possibilità immaginative. Toccherà al lettore decidere quali. Probabilmente chiedendosi, alla fine: «ma quante cose ho visto in questo folle libro illustrato del mondo?».