Crescere lettori con Babalibri. La collana Superbaba
Leggere per diventare “supergrandi”. Questo lo slogan scelto dalla casa editrice Babalibri per raccontare il suo ultimo progetto editoriale, non a caso chiamato Superbaba. La collana, presentata nell’ultima Fiera del Libro di Bologna, è stata messa a punto per avvicinare al mondo dei libri e delle storie i bambini e le bambine tra i 6 e gli 8 anni, accompagnandoli nelle loro prime esperienze di lettura autonoma. Ogni testo è completato da un dossier pedagogico, scaricabile gratuitamente on line, che attraverso le sezioni “comprendo”, “scopro e imparo”, “rifletto”, “disegno e creo” e infine “scrivo e invento”– ben lungi dall’essere una semplice scheda di comprensione del testo, una di quelle che tradizionalmente allontanano bambini e bambine dalla lettura, perché finiscono col renderla un noioso compito – è pensato per far sì che ogni piccolo lettore o lettrice possa appropriarsi della storia, facendola “sua”.
I primi quattro titoli della collana: Rana e Rospo sempre insieme, di Arnold Lobel, Merenda con gli indiani, di Delphine Bournay, Vuoi essere mia amica?, di Susie Morgenstein, e Come va la scuola?, di Mario Ramos, rappresentano bene le intenzioni con le quali Francesca Archinto ha avviato la serie insieme a Cristina Brambilla: «Abbiamo pensato a una collana “gentile”, che non strillasse in faccia ai bambini, ma che li invitasse a leggere con tutta la dolcezza che riuscivamo a trovare», hanno raccontato nel corso di una delle presentazioni ufficiali (disponibile sul canale youtube della casa editrice: https://www.youtube.com/watch?v=kCe04npx9M8).
Ogni libro, che sia scritto in stampatello maiuscolo o in stampatello minuscolo, è un “mattoncino” messo a disposizione dei bambini per crescere come lettori, si è detto.
Si incomincia con lo stampatello maiuscolo con Rana e Rospo sempre insieme, una piccola raccolta di storie di amicizia, che raccontano di momenti minimi: il gioco, il cibo, il sogno, la scuola e lo fanno esattamente a partire dallo sguardo infantile. Rospo ha bisogno di una lista per vedere tutte, nero su bianco, le cose da fare in una giornata che all’inizio del primo dei cinque racconti che compongono il libro – non a caso intitolato La lista – sembrerebbe essere particolarmente impegnativa: svegliarsi, fare colazione, vestirsi, andare a trovare Rana, passeggiare con Rana, pranzare, pisolino, giocare con Rana, cenare, andare a dormire. Ad ogni cosa fatta, una cancellatura sulla lista, fino al momento del sonno, quando è ora di andare a dormire prima che incominci una nuova giornata. Forse ci sarà da far germogliare un giardino, forse da mangiare dei biscotti appena sfornati, che vanno giù uno dietro l’altro fino al punto da far dire a Rana, con la bocca piena: «Sai, Rospo. […] Penso che dovremmo smettere di mangiare biscotti, altrimenti ci verrà mal di pancia»; forse, ancora, ci sarà da leggere un libro pieno di eroi molto coraggiosi e da provare a tutti di esserlo, uscendo nel bosco per compiere grandi imprese, salvo scappare da draghi e giganti a gambe levate.
È proprio questa semplicità e questo modo di dire le storie alla maniera in cui le racconterebbe un bambino che ha reso questi racconti – pubblicati per la prima volta negli anni Settanta e in Italia da Fabbri in una collana curata da Antonio Faeti, prima di scomparire, fino a oggi – delle narrazioni “senza tempo”, in cui da un cinquantennio per i più piccoli, quando abbiano la fortuna di incontrarli, è impossibile smettere di identificarsi.
Non meno importanti quelli nati dalla penna di Delphine Bournay, raccolti nel volume Merenda con gli indiani. In compagnia degli amici indiani, rigorosamente immaginari, Powa e Pawo, la piccola Anita si barcamena tra il papà, che la invita di continuo ad essere una “brava bambina” e il suo desiderio di transitare tra realtà e immaginazione, tra le pareti della propria camera e la magia, senza alcuna soluzione di continuità, per lo meno apparente. Così pagina dopo pagina il piccolo lettore – e l’adulto che legge ad alta voce insieme a lui – scopre accanto ad Anita come si fa a mettere in ordine la propria camera con la sola forza della magia; come a tornare da un’isola sperduta in tempo per la merenda e, ancora, come dormire con indiani e bisonti che saltano sul letto. E tutto ciò senza smettere mai di sorridere, come da tradizione Babalibri e della stessa autrice, che, come si legge nel profilo biografico contenuto nel volume, «ama inventare storie perché ha bisogno di ridere».
E di certo il riso è una componente essenziale della scrittura di Mario Ramos, autore di Come va la scuola?, riedizione di Fuoco a scuola, pubblicato sempre da Babalibri nel 2012. Scritto in stampato minuscolo, per lettori un po’ più “forti”, racconta le avventure del lupacchiotto Lu, che ha un solo amico: il porcellino Ciccio. La quarta di copertina ben riassume il plot del racconto: «Un giorno, Lu mostra a Ciccio una scatola di fiammiferi e quella sera stessa la scuola va a fuoco. È facile pensare che il colpevole sia Lu, ma sarà la verità?». Una narrazione mai stereotipata, quella di Ramos, che parla di amicizia al di là di qualunque differenza, come pure Vuoi essere mia amica? di Susie Morgenstern, ultimo titolo del quale si parlerà in queste righe, ancora una volta in stampato minuscolo. Questa volta protagonista delle pagine è la piccola Juliette, che, appena arrivata in una nuova scuola, «sola con le farfalle nella pancia», decide di provare a farsi delle nuove amicizie e per riuscirci studia un singolare escamotage: inventare un questionario per selezionarle! La ricerca sarà lunga e difficoltosa, ma alla fine Juliette troverà Nathalie. E una fetta di pane e marmellata suggellerà l’inizio del loro patto. Del resto, si legge ancora una volta nella quarta di copertina, cos’è l’amicizia se non un colpo di fulmine? Un colpo di fulmine, appunto, che «ti afferra all’improvviso e ha già tutte le risposte».
Rossella Caso